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Caffè delle Stagioni

A cura degli operatori del “Caffè delle Stagioni”

 

Due vecchiette parlottano in cortile dei tempi andati: “Ohi Luigia, ti ricordi come si chiamava quel tedesco che mi ha fatto perdere la testa?” “Chi dici, Caterina, Alzheimer?”

Una simpatica battuta letta sul web per introdurre un tema molto serio. Il protrarsi della durata della vita, oltre ai benefici effetti di far rimanere i nonni più a lungo a dare una mano ai figli per far crescere i nipoti, porta anche all’incremento di disturbi e problemi, che si rivelano sempre più complessi e sofferti. Arriva un momento in cui l’anziano comincia a “perdere Ia testa”: smarrisce qualche ricordo, perde qualche parola, dimentica qualche incombenza, sbaglia qualche nome…: sono i primi accenni del danneggiamento cognitivo.

Ed è proprio in questo momento in che si colloca il “Caffè delle Stagioni”, una iniziativa ed un servizio sostenuti da una squadra di istituzioni pubbliche, soggetti privati e di volontariato del territorio di San Giovanni in Persiceto (Bo).

Ogni sabato mattina, alcuni cittadini (sono circa 25 iscritti, in media 15 frequentanti) con iniziali disturbi ed i loro famigliari si ritrovano nel bar del Centro sociale “La Stalla” e, per un paio d’ore, conversano, cantano, ridono, dipingono, eseguono esercizi di memoria, riscoprono il dialetto, fanno attività manuali, giocano a tombola, fanno merenda, a volte anche provano a ballare. Tutto ciò con la presenza fissa di un’animatrice e di alcuni volontari, e con quella temporanea di professionisti esperti.

I promotori del progetto sono il Comune di San Giovanni in Persiceto, la ASL, la Cooperativa Fanin, l’Associazione Punti di Incontro, l’AUSER, il Centro sociale La Stalla, Terre d’AMA e singoli volontari, con un contributo economico della Fondazione Del Monte di Bologna.

Dopo la pausa estiva, l’attività riprenderà per il terzo anno a fine settembre, con una mattinata di musica, mentre il sabato successivo si visiterà il Planetario.

Il servizio, pur nella sua limitata rilevanza, ha ricevuto un’apprezzabile accoglienza da’parte degli utenti e delle loro famiglie, che incontrando per strada gli operatori domandano con entusiasmo: “Allora, quando si ricomincia?”

Poiché, come spesso accade, sembra sempre di non riuscire a fare abbastanza, la continuità e l’incremento di un’iniziativa così utile richiede altri volontari, altri fondi, altri sostegni, che ci auguriamo possano provenire anche dalla partecipazione della cittadinanza.

 

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