Ha preso il via il percorso di confronto e dibattito in vista del IX Congresso Auser. Un cammino che, partendo dai congressi territoriali, proseguirà con quelli regionali per poi culminare, nella primavera 2017, con l’appuntamento nazionale.
Tante le sfide da affrontare. Dall’innovazione del welfare, alla Riforma del terzo settore, all’impoverimento della popolazione, ai grandi cambiamenti demografici degli ultimi anni. Temi che interessano profondamente tutto il mondo del volontariato e del terzo settore, ma coinvolgono in prima linea anche le Istituzioni e gli altri attori sociali e produttivi
su tutto il territorio nazionale.
Da qui la necessità di sviluppare in primis, come sempre ha fatto Auser, un percorso di confronto a livello locale in grado di leggere da vicino i bisogni dell’associazione, dei volontari e della comunità, cogliere le specificità e portare alla luce i percorsi fatti e le esperienze realizzate.
E sono proprio questi gli obiettivi del Congresso di Auser Bologna, in programma il prossimo 20 febbraio. Al centro la necessità di innovarsi e cogliere la sfida del cambiamento, anche accompagnando e contribuendo alle trasformazioni normative che coinvolgono oggi il mondo del volontariato, a partire dal processo di Riforma del terzo settore e all’auspicata legge sull’invecchiamento attivo.
Un percorso cominciato da Auser Bologna già tre anni fa con il progetto “Auser che verrà”, teso a promuovere un processo di riorganizzazione, attraverso l’adozione di strumenti che rendano più efficace e efficiente l’azione e l’operato dell’associazione.
“Una peculiarità dell’esperienza bolognese è da sempre la scelta di collaborare con le Istituzioni locali, soprattutto attraverso lo strumento delle convenzioni, supportandole nel dar risposta ai bisogni di più fragili e contribuendo allo sviluppo e alla coesione della comunità. – sottolinea il Presidente di Auser Bologna, Secondo Cavallari – Oggi però, a fronte
della contrazione delle risorse pubbliche e dell’aumento dei bisogni sociali, siamo chiamati a lavorare per una maggiore autosufficienza economica. Pur mantenendo l’importantissima sinergia con le Istituzioni pubbliche, dobbiamo cercare di ridurre il peso delle convenzioni sui nostri bilanci, dotandoci di nuovi strumenti organizzativi e investendo sulla raccolta fondi e sulla progettazione”.
Un salto di qualità importante, rispetto al quale il Congresso del prossimo febbraio e i successivi appuntamenti a
livello regionale e nazionale,
rappresenteranno tappe fon-
damentali per condividere
obiettivi e strategie e trac-
ciare il solco del cammino
da intraprendere. “Oggi più
che mai – conclude Cavallari
– dobbiamo essere in grado
di stare dentro ai processi di
cambiamento, delineando
un’associazione autonoma,
meglio strutturata, più pro-
gettuale, autosufficiente eco
–
nomicamente.
Un’associazione, soprattutto,
capace di valorizzare appie-
no la sua risorsa più prezio-
sa: i tantissimi volontari che
quotidianamente donano il
loro tempo, le loro energie,
le loro idee, con passione e
dedizione alle loro comunità
e alle persone fragili”.