Poesie del mese di luglio 2017
Parolacce
La vostra lingua è un’arma che ferisce,
affilate sono le parole.
Una cosa davvero mi colpisce ; l’odio
cieco e la brutalità.
Purtroppo non sono abituata agli insulti
che turbano la mente e il cuore
provocando dolore.
Di certo non siete sereni, su questo
non mi sbaglio.
Ho colto qualcosa d’avverso
nel vostro sguardo strano e perso.
Ce l’avete col mondo, con la gente,
vi comportate in modo irriverente,
vi basta combattere l’opinione corrente,
fare a brandelli questa società.
Con piacere vorrei replicare, ma poi
penso; “chi me lo fa fare'”
potreste darmi un pugno o un ceffone;
ho infatti la netta senzazione
che siate proprio fuor di melone.
insulti a profusione urlati in casa,
per la strada,dal balcone, al bar, in piazza
al mercato, sull’autobus, in stazione,
al Parlamento e in televisione.
Ahi! Ahi! ahi! che brutta situazione!
se un goccio di bromuro non vi basta,
potreste rivolgervi al Mago Merlino
che di stress se ne intende un pochino.
Lui una ricetta ce l’ha già;
“più sale in zucca e molta serietà”.
La Valle Silvana
Le parole di dolore
le parole sono inganevoli
ma allo stesso tempo sfuggevoli
come un lampo nel cielo scuro
quando nel buio accanto c’è un muro
le parole sono colpevoli
per la fine di un perduto amore
a cui credeva da tanto tempo
mentre ora le ha strappato il cuore.
Cattive e irrispettabili
come le grandi pietre taglienti
quando le famiglie si offendono
senza trovare mai più il perdono.
Le parole sono invisibili
ma allo stesso tempo incancellabili
come gocce di pioggia nel suolo
che il vento per sempre ha cancellato.
Barbara Ventura