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Un volontariato multietnico: l’esperienza dell’Auser di Baricella

16 Feb

Un volontariato multietnico: l’esperienza dell’Auser di Baricella

Il Comune di Baricella rappresenta per il mondo Auser una realtà molto significativa. Non solo, infatti, vanta ben venti volontari davvero molto attivi, ma è anche un importante luogo di sperimentazione, dove nascono e maturano progetti di grande spessore e originalità. Primo fra tutti il “Progetto Integrazione” che prevede il coinvolgimento di volontari Auser stranieri, già attivi nell’Associazione Culturale Islamica di Baricella e nell’Associazione Marocchina Hilal, in servizi di trasporto di persone anziane e disabili e in attività di accompagnamento dei bambini delle scuole medie e elementari sullo scuolabus. Ne parliamo con Ivonne Bonini, coordinatrice, assieme a Roberto Giordani, di questo gruppo Auser.

 

Com’è nato il “Progetto Integrazione”?
Il progetto integrazione è nato lo scorso marzo, grazie collaborazione tra Auser, il Comune di Baricella e due associazioni marocchine molto radicate sul nostro territorio. L’obiettivo era quello di coinvolgere dei volontari stranieri nelle attività di Auser, proprio per favoirire i momenti di socializzazione con gli altri abitanti del paese, creando un vero e proprio ponte tra le due culture…
Quanti volontari stranieri siete riusciti a coinvolgere?
Fino ad ora hanno aderito al progetto ben quattro volontari: due uomini e due donne, tutti di provenienza marocchina. I due uomini svolgono principalmente servizi di trasporto a persone anziane e disabili, mentre le donne accompagnano i bambini delle scuole medie e elementari sullo scuolabus…un’attività davvero molto importante!
Perché?
Perché Baricella è un paese in cui ci sono tantissimi giovani immigrati nord-africani, molti dei quali utilizzano lo scuolabus…la presenza di due volontarie marocchine, in questo senso, è di fondamentale importanza perché, grazie alla conoscenza della lingua e della cultura araba, riescono a relazionarsi con questi bambini in modo più diretto!
Che valore può assumere, per una donna straniera, l’esperienza del volontariato?
Io credo che sia un’esperienza di valore enorme. Le donne arabe spesso, qua in Italia, non svolgono nessuna attività lavorativa e passano gran parte del loro tempo tra le mura domestiche. In questo senso vivere un’esperienza di volontariato risulta essere davvero importante, perché le fa sentire autonome e permette loro di impegnare il loro tempo libero in modo davvero utile…Anche per questo motivo posso dire con certezza che il progetto sta funzionando veramente molto bene!
Dunque un bilancio positivo?
Più che positivo! Questo progetto è servito a creare un forte scambio tra le persone straniere e gli altri abitanti di Baricella… Se, ad esempio, fino a poco tempo fa quando si incontravano al bar del paese stavano separati, ora invece li si vede giocare a carte insieme! In poche parole il progetto ha permesso di conoscersi a vicenda e combattere la diffidenza.
Prima quindi c’era diffidenza verso gli immigrati?
Non si può parlare di vera diffidenza: i cittadini di Baricella sono persone dalla mentalità aperta e non sono assolutamente razzisti! Il fatto è che prima ci si conosceva poco e magari non si era molto spronati a parlare. La presenza dei volontari stranieri invece è servita proprio a questo: a imparare a conoscersi, a creare un dialogo e una contaminazione tra culture! Ora nel nostro Comune si fanno persino delle feste multietniche, in cui si mangia il cous cuos, si fanno i balli tipici e, soprattutto, si sta tutti insieme… è davvero bellissimo!
Ma Auser a Baricella non è solo il “Progetto Integrazione”…
No, assolutamente! In tutto abbiamo più di venti volontari attivi, che, anche grazie alla grande collaborazione con il Comune e l’ASL, svolgono tantissimi servizi: fanno manutenzione delle aree verdi, servizi di trasporto, fanno compagnia alle persone anziane…Insomma si danno davvero tanto da fare! Siamo proprio fortunati perché abbiamo un gruppo, non solo multietnico, ma anche molto attivo!

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