Uniti nella memoria: Auser Bologna per il Parco Storico di Monte Sole
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” scriveva Primo Levi. E proprio in nome della memoria, che deve essere non solo ricordo di un dolore, ma anche e soprattutto un monito dedicato alle future generazioni chiamate a impedire che certe tragedie si ripetano, i volontari di Auser Bologna da anni si impegnano a tener vivi luoghi – come il Parco Storico di Monte Sole – nei quali la storia ha lasciato le sue tracce più profonde.
La collaborazione tra Auser Bologna e il Parco Storico di Monte Sole ha avuto inizio diversi anni fa, grazie all’iniziativa di Romano Beccari, fondatore del gruppo di volontari di Marzabotto, che già guidava i visitatori e li intratteneva coi suoi racconti. Oggi i volontari si occupano da una parte dei percorsi guidati attraverso i luoghi della memoria, e dall’altra della cura degli spazi verdi, della manutenzione delle bacheche informative e della segnaletica dei sentieri, controllano che le strade siano in buono stato e contribuiscono all’organizzazione dei vari eventi che animano l’area del parco durante l’anno come l’annuale celebrazione del 25 aprile. Sorridendo orgogliosi, i volontari raccontano del loro impegno.
“Noi volontari guidiamo le classi di studenti e i gruppi di turisti in visita al sacrario e al Parco: non siamo degli storici, e quello che spieghiamo non deriva dai libri, ma dai racconti dei sopravvissuti e dalla nostra incrollabile fede nel valore della memoria” spiega Livio sorridendo. “Durante le ore che trascorro con le comitive in visita condivido con loro le emozioni che certi luoghi come il cimitero di Casaglia o le rovine di Cerpiano continuano a suscitare in me. Dalle domande dei visitatori trapela il bisogno comune di conoscere e capire quel che è accaduto qui, ed è proprio l’interesse che percepisco soprattutto nei giovani che mi spinge a perseverare nel mio impegno. Qualche tempo fa abbiamo ricevuto una lettera di ringraziamento da parte di una classe di studenti di Verona: leggere le parole dei ragazzi e conoscere quali emozioni e riflessioni siano scaturite nelle ore passate qui è stato come toccare con mano il valore di ciò che facciamo”. Edda, vivace ottantenne che presta servizio volontario presso il Sacrario di Marzabotto, annuisce “L’incontro con le persone è la cosa più appagante. I libri non possono esprimere le emozioni che trasmettono una voce e un volto. E la mia grande soddisfazione sta nel notare che chi arriva e visita il sacrario, poi se ne va con un’idea più chiara dei fatti”.
Dai racconti dei volontari si comprende come la relazione coi visitatori implichi anche il mettersi in gioco con le proprie idee e la propria coscienza storica. “A volte risulta difficile intendersi con chi viene da lontano, o chi ha idee e convinzioni diverse, ma in fin dei conti – ammettono i volontari – la memoria unisce, e nei sentimenti ci si ritrova tutti”.
Dalle parole di Livio, di Edda e dei loro compagni si comprende come la conservazione della memoria e l’educazione alla pace siano impegni tutt’altro che astratti. Ripulire il sacrario e estirpare le erbacce che crescono lungo i sentieri significa lucidare gli specchi della storia, condividere emozioni e liberare noi stessi dai pregiudizi, facendo rivivere il passato guardando al futuro con maggiore consapevolezza.
Per ulteriori informazioni:
Auser Bologna
tel: 051/63.52.911